Cosa succede quando si raggiunge un rapporto di indebitamento del 130%?

The Spotlight

1 minuto di lettura

25 set 2020

immagine di George Washington che annega a simboleggiare i problemi di indebitamento e la difficoltà nel mantenere la testa finanziaria a galla.

Il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti ha appena raggiunto il 130%, e la celebre macroanalista Lyn Alden ha fatto un’osservazione agghiacciante riguardo a quel che potrebbe succedere dopo…

Nel suo ultimo studio su Inflazione vs Deflazione, la star della macroanalisi Lyn Alden ha fatto un'osservazione agghiacciante:

"Negli ultimi due secoli, 51 paesi su 52 ad aver raggiunto un livello di debito pubblico pari al 130% del PIL si sono ritrovati 'in default’ [tra 0 e 15 anni dopo], tramite svalutazione, inflazione, ristrutturazione o un vero e proprio default nominale".

Si tratta di un dato piuttosto allarmante visto che il debito pubblico statunitense ha appena raggiunto il 130% del PIL e che il paese si trova attualmente al settimo posto nella classifica 2020 dei dieci paesi più indebitati del mondo secondo il FMI:

un’immagine del FMI che mostra i 10 paesi più indebitati al mondo nel 2020

Eppure, considerando che il debito USA è interamente denominato in dollari, molti analisti non temono il rischio di un vero e proprio default nominale degli Stati Uniti.

Ma che ne è dei rischi di inflazione, svalutazione o ristrutturazione di cui parla Lyn Alden?

Quelli sono ancora all’ordine del giorno.

Tenendo a mente questo, e se la storia dovesse continuare a ripetersi, non si tratta certo di un buon presagio finanziario per gli anni a venire.

Geopolitica
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