Economisti: rischio recessione in crescita. Quale impatto per gli investitori?

The Spotlight

4 minuti di lettura

19 apr 2022

La possibilità che l’economia mondiale venga colpita da una recessione a causa della guerra in Ucraina e dell’aumento dell’inflazione rappresentata con una vignetta in cui alcuni personaggi sono in piedi davanti a una freccia rossa e a banconote in dollari USA.

Le maggiori banche mondiali avvertono che bisogna prepararsi a un nuovo shock recessivo. Che cosa significa esattamente? E quali potrebbero essere i migliori investimenti con cui mettere da parte il denaro tanto duramente guadagnato? Ecco quello che c’è da sapere.

Speravamo tutti che i prezzi dell’energia e l’inflazione in generale calassero quest’estate, ma poi la Russia ha invaso l’Ucraina.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, i prezzi di alimentari, carburante, metalli e altre materie prime sono fortemente aumentati, mandando in fumo ogni speranza di un calo dell’inflazione, almeno per un po’.

Ad aggravare le cose, gli economisti dicono che sarebbe in arrivo una recessione.

È bene preoccuparsi del proprio portafoglio alla luce di questi campanelli d’allarme?

O è meglio rimanere ottimisti?

Analizziamo la situazione.

Che cos’è una recessione?

Sono molte le teorie che tentano di spiegare quando e come avvengano le recessioni economiche.

La definizione più comune (per non dire noiosa) di recessione è: due trimestri consecutivi di crescita economica negativa misurati in termini di PIL di un paese.

Basta osservare il seguente grafico:

Un ciclo economico che si riferisce allo schema ciclico standard di boom economico (espansione) e congiuntura (recessione).
La recessione è il periodo tra un picco di attività economica e il successivo punto più basso.

Quindi, la recessione è il punto di non ritorno di un ciclo economico, quando la crescita economica costante raggiunge il suo massimo livello per poi invertire la rotta, trasformandosi in una contrazione economica continua.

Ma, nella vita reale, recessione è sinonimo di 4 cose:

  • crescita della produzione lenta o addirittura negativa;
  • ondata di fallimenti di aziende e, talvolta, di banche;
  • disoccupazione elevata;
  • disordini sociali derivanti dal caos economico.

Perciò, anche se la recessione è temporanea, la sofferenza economica che può risultarne può avere conseguenze importanti sull’economia.

A cosa è dovuta la recessione?

Una delle cause della recessione è il calo di fiducia da parte delle aziende e dei consumatori. Quando cala la fiducia, cala anche la domanda. Di conseguenza, rallentano le vendite al dettaglio, i produttori riducono le spese in risposta al calo degli ordini e il tasso di disoccupazione aumenta.

Il calo di fiducia da parte delle aziende e dei consumatori è uno dei segnali principali di una recessione.

Tra le altre cause principali ci sono un crollo di borsa, i tassi di interesse elevati, gli shock alimentari e petroliferi e l’inflazione.

Cause principali delle recessioni in passato:

  • Fine anni ‘60: inflazione
  • 1973-1974: shock petroliferi e alimentari
  • 1980: prezzi del petrolio
  • 1990-1991: inflazione
  • 2001: bolla tech
  • 2008: bolla immobiliare

E oggi quali potrebbero essere le cause di un’eventuale recessione? A quanto pare, è di nuovo l’inflazione.

    Secondo gli analisti della Bank of America, “l’inflazione causa la recessione e l’inflazione è fuori controllo”.

    Quali sono i paesi a rischio recessione?

    Secondo un crescente numero di analisti, almeno 3 tra le maggiori economie mondiali sarebbero a rischio di recessione:

    Rischio di recessione negli Stati Uniti

    Gli economisti della Deutsche Bank sono stati i primi a dire che gli Stati Uniti potrebbero entrare in recessione nel 2023.

    “Al momento, la nostra previsione di una recessione negli USA per l’anno prossimo non gode di un ampio consenso”, hanno dichiarato gli economisti David Folkerts-Landau e Peter Hooper in un rapporto martedì scorso. “Ma riteniamo che non sarà così a lungo.”

    E avevano ragione.

    La Bank of America ha avvertito che l’aumento dell’inflazione potrebbe far sprofondare gli Stati Uniti nella recessione: “Lo ‘shock inflazionistico’ si aggrava, lo ‘shock dei tassi’ è solo all’inizio, lo ‘shock recessivo’ è in arrivo”, ha dichiarato Michael Hartnett, responsabile delle strategie d’investimento della banca.

    E Goldman Sachs prevede un rischio di recessione del 35% negli USA nel 2022, contro solamente il 10% l’anno scorso.

    Rischio di recessione nel Regno Unito

    Se la Deutsche Bank non prevede specificatamente che il Regno Unito cada in recessione quest’anno, essa indica che le probabilità di una recessione sono in crescita.

    Sanjay Raja, capo economista della Deutsche Bank, spiega: “Continuiamo a credere che il rischio di recessione rimanga in crescita. È qualcosa che monitoreremo molto da vicino nei prossimi mesi. I dati sulla fiducia dei consumatori sono già in linea con i livelli recessivi”.

    L’aumento delle bollette dell’energia domestica è uno dei motivi per cui le banche prevedono che l’economia britannica dovrebbe “appiattirsi” entro la fine del 2022.

    Rischio di recessione in Germania

    Secondo le principali istituzioni economiche del paese, la Germania potrebbe essere confrontata a una forte recessione se le forniture di gas dalla Russia dovessero interrompersi bruscamente.

    "Se le forniture di gas dovessero interrompersi, l’economia tedesca sarebbe sottoposta a una grave recessione", ha dichiarato Stefan Kooths, vice presidente del Kiel Institute for the World Economy.

    Con il crescere delle vittime civili in Ucraina in seguito all’invasione russa, la Germania sta ricevendo pressioni affinché ponga fine alla propria dipendenza dal petrolio e dal gas russi: i critici, infatti, ritengono che il denaro proveniente dal petrolio sia di vitale importanza per finanziare la guerra di Mosca.

    Ma, a quanto pare, se le forniture dalla Russia dovessero interrompersi ora, le riserve di gas tedesche sarebbero appena sufficienti per arrivare alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno.

    l’incombente rischio di recessione negli USA, nel Regno Unito e in Germania rappresentato da una vignetta con un uomo con una valigetta seduto su un grafico.

    Gli investitori devono preoccuparsi di un’eventuale recessione?

    Per farla breve, no. Soprattutto se i loro portafogli sono ben diversificati.

    Innanzitutto perché non si può sapere esattamente quando potrebbe arrivare una recessione.

    In secondo luogo, perché è impossibile sapere con certezza quali classi di asset avranno buone prestazioni nel caso in cui dovesse effettivamente arrivare.

    Tuttavia, c’è un consenso generale sul fatto che, durante una recessione, gli asset più rischiosi come le azioni e le obbligazioni ad alto rendimento tendano a calare, mentre l’oro e i titoli di Stato USA tendano a salire.

    Ad esempio, la Grande recessione del 2008 ha fatto alzare il prezzo dell’oro, anche se questo è poi sceso sull’onda del fallimento di Lehman Brothers.

    Ma, come si può vedere chiaramente dal grafico sottostante, l’oro ha battuto nettamente l’indice S&P 500 subito dopo l’inizio della crisi.

    Il grafico mette a confronto l’andamento storico dell’oro e dell’indice S&P 500 tra l’aprile del 1968 e l’aprile del 2012.
    L’andamento dell’oro e dell’indice S&P 500 tra l’aprile del 1968 e l’aprile del 2012.

    L’oro si comporterà allo stesso modo se dovesse esserci un’altra crisi economica? Nessuno lo sa con certezza.

    Ma una cosa è evidente: diversificare il proprio portafoglio e prendere decisioni ponderate per controllare il rischio può contribuire a preservare il proprio patrimonio e i propri risparmi.

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