Un impero che crolla: la de-dollarizzazione e il suo impatto sul mondo
Secondo molti analisti, ormai il processo di de-dollarizzazione sembra inevitabile.
Il dollaro USA è stato a lungo la valuta di riserva del mondo, dominando l'economia globale, ma gli eventi recenti ne hanno messo in discussione l’egemonia.
Oggi, molti paesi, soprattutto quelli del Sud globale, stanno riducendo le loro riserve in dollari, regolando le transazioni transfrontaliere in valute differenti ed esplorando la formazione di nuovi meccanismi di regolamento multilaterali.
🔥 In questo articolo vedremo cosa si intende per de-dollarizzazione, le ragioni che si celano dietro a questo processo e il suo impatto sull’economia mondiale, anche (e soprattutto) sull’oro.
De-dollarizzazione: definizione e cause principali
Iniziamo con una definizione: la de-dollarizzazione è il processo di riduzione del dominio del dollaro USA nel commercio globale e nelle attività di finanziamento.
Dati recenti mostrano che altre valute stanno guadagnando terreno, mettendo in discussione la supremazia del dollaro americano.
Le ragioni sono molte.
La sempre crescente aggressività del dollaro, usato come arma da Washington attraverso sanzioni che attualmente coprono il 29% dell'economia globale e il 40% delle riserve petrolifere mondiali, è una delle ragioni che stanno spingendo molte economie a ridurre la loro dipendenza dalla valuta statunitense.
Cina e Russia hanno recentemente intensificato gli sforzi per abbandonare il dollaro USA, un processo in corso già da molto tempo, ma accelerato dall’introduzione delle sanzioni in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.
Secondo i dati raccolti da Bloomberg, lo yuan cinese è già la valuta più scambiata in Russia e il Paese è favorevole al suo utilizzo per le transazioni commerciali tra Russia, Asia, Africa e America Latina.
Inoltre, un colpo di grazia all’egemonia USA è stato dato dall’Arabia Saudita, che ha confermato la sua disponibilità a vendere petrolio alla Cina in yuan.
A questa ragione si accompagna l’ascesa di blocchi economici non statunitensi.
Per alcune nazioni, ciò ha portato a strategie volte a promuovere l'integrazione regionale e le relazioni bilaterali nel tentativo di proteggersi dai rischi geopolitici.
Questo è confermato dai sempre più frequenti casi di nazioni che preferiscono commerciare in valute locali e dalla possibilità di una nuova valuta comune ai BRICS.
I possibili effetti della de-dollarizzazione sulle economie e sull’oro
Gli effetti della de-dollarizzazione sulle economie mondiali potrebbero essere significativi, vista l’importanza che ha da anni questa valuta.
Gli effetti sull’economia statunitense e sul commercio
Sicuramente, la de-dollarizzazione ha il potenziale di generare un enorme impatto sull'economia statunitense. 🇺🇸
Lo status del dollaro come valuta di riserva globale comporta diversi vantaggi per gli Stati Uniti, tra cui la riduzione dei costi di prestito, l'aumento della domanda di esportazioni statunitensi e una maggiore influenza sui sistemi finanziari ed economici globali.
Questi benefici verrebbero meno, causando un potenziale un aumento dei costi di prestito per il governo e le imprese statunitensi, una riduzione della domanda di esportazioni statunitensi e una perdita dell'influenza economica e finanziaria globale degli Stati Uniti.
Invece, per quanto riguarda il commercio internazionale, la de-dollarizzazione causerebbe l’emergere di valute o sistemi di pagamento alternativi per le transazioni internazionali, causando cambiamenti nei mercati dei cambi, nel finanziamento del commercio e nei modelli di investimento transfrontaliero.
Inoltre, questo potrebbe beneficiare altre valute importanti come l'euro, lo yuan cinese o lo yen giapponese.
Le implicazioni geopolitiche della de-dollarizzazione
Al momento, lo status del dollaro americano come valuta di riserva globale ha implicazioni geopolitiche significative.
Infatti, fino ad oggi questa situazione ha permesso agli Stati Uniti una posizione unica di influenza economica negli affari globali, che verrebbe meno in caso di de-dollarizzazione.
Di conseguenza, si potrebbe potenzialmente spostare l'equilibrio geopolitico del potere, rendendo più complesso per gli USA utilizzare le sanzioni economiche, la diplomazia finanziaria e altri strumenti di leadership economica.
Ciò potrebbe avere conseguenze enormi sulle relazioni internazionali, sulla governance globale e sulle dinamiche geopolitiche.
I possibili effetti su valuta e tassi di interesse
La de-dollarizzazione potrebbe comportare alcuni rischi valutari per i Paesi che riducono la loro dipendenza dal dollaro americano.
Infatti, le valute alternative possono avere livelli di stabilità, liquidità e accettazione nei mercati globali differenti, con conseguenze sulla capacità dei Paesi di condurre il commercio internazionale, gestire le proprie riserve e attrarre investimenti.
Inoltre, ridurre la centralità del dollaro USA potrebbe portare a una maggiore volatilità delle valute e a potenziali vulnerabilità e instabilità finanziarie, soprattutto per i Paesi con valute più deboli o sistemi finanziari meno sviluppati.
Per quanto riguarda i tassi di interesse, la de-dollarizzazione può anche portare a una diversificazione delle riserve detenute dai paesi. Questa situazione potrebbe causare un impatto sulla domanda globale di titoli del Tesoro americano, oggi per lo più detenuti come riserve estere, ed influire sulle dinamiche dei tassi di cambio e sulle condizioni di liquidità globali.
Gli effetti della de-dollarizzazione sull’oro
Il mercato dell'oro potrebbe venir impattato velocemente dalla tendenza alla de-dollarizzazione, soprattutto in termini di sentiment.
L'oro è storicamente uno dei primi asset a rispondere a un cambiamento nella percezione del pubblico di ciò che sta accadendo con il dollaro e l'economia statunitense.
Per questo, la direzione che prenderà questo fenomeno (e la conseguente discussione) sarà cruciale per l'oro.
Inoltre, è importante sottolineare che, negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un costante aumento delle scorte mondiali di oro, come sottolinea il World Gold Council (WGC).
Secondo Krishan Gopaul, analista senior del WGC, le banche centrali hanno acquistato 74 tonnellate d'oro nel mese di gennaio 2023. Questo ha fatto registrare il più forte inizio d'anno dal 2010, anno in cui le banche centrali iniziarono ad agire come acquirenti netti su base annua.
Karen Karniol-Tambour, Co-CIO di Bridgewater Associates, ha espresso tutto il suo ottimismo sul futuro di questo metallo prezioso, sottolineando che l'oro potrebbe essere all'inizio di un periodo di crescita duraturo, grazie al proseguimento delle tendenze di de-dollarizzazione globale. 💛
Infatti, l'oro è storicamente interessante quando i tassi d'interesse sono in calo, e le turbolenze geopolitiche causate da questa tendenza rappresentano un supporto secolare per l’oro.
Nel frattempo, con l'inflazione ancora molto alta in tutto il mondo, l'oro sta confermando ancora una volta la sua capacità di protezione contro l'erosione del potere d'acquisto.
Conclusioni
La de-dollarizzazione dell'economia globale è stata accelerata dall'accordo Xi-Putin, dal passaggio dell'Arabia Saudita alla vendita di petrolio in yuan e dagli eventi recenti, primo tra tutti la guerra in Ucraina e le sanzioni associate.
Si tratta di una tendenza che ha il potenziale di stravolgere l’economia mondiale, con potenziali effetti estremamente variegati.
Non è chiaro come la transizione verso un sistema monetario multipolare possa avere un impatto sull'economia mondiale nel tempo.
Sicuramente, però, l’instabilità e la volatilità iniziale dei mercati in caso di de-dollarizzazione rappresentano un’ottima notizia per il valore dell’oro, storicamente un bene rifugio durante le crisi economiche e geopolitiche.