I prezzi alle stelle alla fine del 2020 e il recente clamore suscitato dagli NFT (non-fungible tokens o token non fungibili) hanno reso il Bitcoin estremamente appetibile.
Ma se il Bitcoin è spesso descritto come l’ultimo arrivato nel mondo dei beni rifugio, diamo un’occhiata all’altro lato della medaglia (🤓): la crescente correlazione del Bitcoin con i mercati.
Storicamente, se così si può dire per una moneta che ha soltanto 12 anni di vita, le azioni uniche del prezzo del Bitcoin lo hanno reso uno strumento attraente per la diversificazione del portafoglio.
E poi è arrivato il 2020.
L’anno scorso, la correlazione del Bitcoin con le classi di asset tradizionali ha battuto tutti i record.
E questo per varie ragioni:
- Gli investitori istituzionali hanno iniziato a interessarsi al settore delle criptovalute.
- La crescente adozione del Bitcoin da parte di società globali (Starbucks, Tesla, PayPal, ecc.).
- Forse anche il fatto che vengano regolarmente distribuiti ampi pacchetti di rilancio ad appassionati in erba di Bitcoin/Borsa che si trovano ad avere tempo (e ora anche denaro) tra le mani.
Ma con questa correlazione, l’argomento principale in favore del Bitcoin, ovvero quello di essere il nuovo bene rifugio, potrebbe cominciare a lasciare il posto a un altro titolo: il nuovo asset speculativo più brillante del settore.
Se la correlazione del Bitcoin con le azioni dovesse dimostrarsi corretta, i recenti segni di stanchezza del mercato potrebbero significare che ci sono guai in vista per la famosa moneta digitale...
