Per una volta abbiamo deciso di mettere da parte la scottante attualità e di raccontarvi, in questo SPOTLIGHT, un’incredibile storia recente che coinvolge cacciatori di tesori, un’operazione dell’FBI e 9 tonnellate di oro nascosto.
Si dice che, durante la Guerra di secessione americana, un carico d'oro dell’Unione, in rotta per la Zecca di Philadelphia, sia stato perso o rubato. Sebbene gli storici non abbiano mai dato molto credito a questa leggenda, da allora sono numerosi i cacciatori di tesori che, provenienti da ogni angolo degli Stati Uniti e carichi di speranza, hanno battuto a tappeto le montagne della Pennsylvania.
Ma ecco che, nel 2018, i Parada, una squadra di cacciatori di tesori formata da padre e figlio, affermò di aver trovato l’oro sepolto in un territorio remoto dell'Elk County, su un terreno di proprietà statale.
Entusiasti all’idea che il governo iniziasse gli scavi, la squadra informò subito l'FBI del ritrovamento, che a sua volta ingaggiò Enviroscan, una società di rilevamento geologico, al fine di avere la conferma che ci fosse effettivamente qualcosa da cercare.
Dopo aver monitorato i terreni, Enviroscan confermò la possibile presenza di un grosso quantitativo di metallo sepolto, con una densità simile a quella dell’oro e un peso stimato tra le 7 e le 9 tonnellate.
Per essere sicuri che non ci fossero intoppi, i Parada raggiunsero un accordo con l'FBI:
l'FBI avrebbe diretto gli scavi, mentre padre e figlio avrebbero potuto sorvegliare i lavori.
Ma all’ultimo momento, l’FBI cambiò idea e, durante i due giorni di scavi, i cacciatori di tesori dovettero aspettare in auto, lontani dal sito, per quasi tutto il tempo.
Dopo aver dichiarato di non aver trovato l’oro, l’FBI condusse i Parada al sito che, naturalmente, si era trasformato in una grande buca vuota.
Convinti che l’FBI stesse mentendo e li avesse derubati di tutto l’oro, i Parada fecero causa all’FBI in modo da aver accesso alle comunicazioni governative sugli scavi segreti e scoprire così la verità.
Ma il governo si rifiutò di rivelare le comunicazioni, in nome di un’ordinanza sigillata di un tribunale federale che glielo avrebbe impedito. Alla fine, un tribunale dello Stato emise una sentenza in favore dei Parada, concedendo loro l’accesso alle comunicazioni dell'FBI.
E alcune furono al quanto rivelatorie:
In un'e-mail segnalata come “Riservata”, l’assistente del procuratore degli Stati Uniti a Philadelphia scrisse: "Riteniamo che il nascondiglio sia dell’ordine di 3x5x8 (piedi) a 5x5x8."
Successivamente, i Parada depositarono una nuova richiesta di accesso ai documenti sotto sigillo relativi al caso del tribunale federale che, secondo loro, avrebbe fatto emergere tutta la verità.
Ma l’istanza fu rigettata e l'FBI continuò a negare la presenza di oro.
Quindi la svolta.
Nel documento scritto con cui veniva rigettata la richiesta di accesso ai documenti formulata dai Parada, il giudice di Stato responsabile del caso per sbaglio fornì un indizio interessante all’interno di una nota a piè di pagina.
Vi starete chiedendo di che tipo di indizio si tratti…
Oh, è soltanto il titolo del caso federale sigillato:
“In materia di: Confisca di una o più tonnellate di oro degli Stati Uniti."
Un titolo piuttosto eloquente, non trovate? 😎