Una delle domande più frequenti che ci fanno i nostri clienti è come pagare le tasse sull’oro e gli altri metalli preziosi.
È del tutto normale: si tratta di un argomento importante e complesso, con cui è meglio familiarizzare prima di iniziare a investire in oro, argento, platino o palladio.
Ecco perché abbiamo stilato questa breve guida per spiegare tutto quello che c’è da sapere sulla tassazione dei metalli preziosi.
Quando si pagano le tasse sui metalli preziosi?
Ammettiamo che abbiate comprato varie monete d’oro American Eagle e alcuni lingotti in argento da 1 oncia... E adesso? Quando vanno pagate le tasse?
In realtà, è tutto abbastanza semplice. Suddividiamo il possesso di metalli preziosi in 3 fasi:
- L’acquisto: quando si acquista un metallo prezioso, l’unica imposta di cui bisogna preoccuparsi è l’IVA (Imposta sul valore aggiunto).
Oro: quando si acquista oro da investimento (ovvero monete e lingotti colati o coniati), non si pagano tasse perché, nella maggioranza dei paesi, l’oro da investimento è esente IVA. L’acquisto di argento, invece, è tutta un’altra storia.
Argento, platino e palladio: essendo un prodotto industriale, l’argento è soggetto ad IVA, e l’aliquota varia a seconda del paese. Lo stesso vale per il platino e il palladio - i metalli del gruppo del platino (PGM). Troverete maggiori dettagli in seguito.
- La custodia: Per farla breve, il possesso di metalli preziosi è pressoché esentasse. A differenza dell’immobiliare, infatti, i metalli preziosi non sono soggetti a imposte annuali e non sono tassati come parte del reddito. Quindi potete conservarli, monitorarne il prezzo spot e rivenderli al momento giusto. Tuttavia, non va dimenticato che in alcuni paesi, come la Svizzera, i metalli preziosi custoditi vanno dichiarati ai fini dell’imposta patrimoniale.
- La vendita: infine, al momento della vendita, c’è una tassa principale da tenere in considerazione - l’imposta sulle plusvalenze. Esiste praticamente ovunque, e i tassi variano a seconda dei paesi. A differenza dell’IVA, questa imposta si applica a tutti i metalli preziosi, oro compreso.
Ora che conosciamo le fasi principali della tassazione dei metalli preziosi, vediamo nel dettaglio come funziona ognuna di queste imposte.
Quali sono le imposte sull’oro e gli altri metalli preziosi?
Come già detto, sono due le imposte da tenere in considerazione quando s’investe in metalli preziosi:
- L’IVA
- L’imposta sulle plusvalenze (o capital gain tax)
Analizziamo prima l’IVA.
A quanto ammonta l’IVA sui metalli preziosi?
In tutta Europa l’oro da investimento è esente IVA.
È importante ricordare, però, che per essere considerati “da investimento”, lingotti e monete devono essere composti da oro con una purezza minima di 999,5. Pertanto, è bene acquistare monete e lingotti d’oro da un rivenditore di fiducia.
Argento e PGM
Su tutti gli altri metalli, invece, si applica l’IVA perché, agli occhi della legge (o quanto meno agli occhi delle autorità fiscali), sono considerati prodotti industriali. Pertanto, acquistare argento o metalli del gruppo del platino (platino, palladio, ecc.) equivale a comprare un nuovo iPhone: l’IVA va pagata.
In Europa, l’aliquota IVA sull’argento, sul platino e sul palladio oscilla tra l’8% e il 25%. Ecco un breve elenco per darvi un’idea delle aliquote:
Svizzera: 8,1% IVA
Germania: 19% IVA
Regno Unito: 20% IVA
Francia: 20% IVA
Italia: 22% IVA
In alcuni paesi d’Europa, tra cui l’Estonia e la Norvegia, è anche possibile acquistare monete d’argento a corso legale esenti IVA (ad esempio, la Silver Eagle, la Silver Maple e la Silver Philharmonics).
Negli Stati Uniti, invece, gli acquisti di metalli preziosi non sono soggetti a tasse federali. L’unica imposta che si potrebbe dover pagare è la tassa sulle vendite statale, a seconda dello Stato in cui si è residenti. Ad esempio, nel luglio del 2021, l’Ohio è stato il 41° Stato a eliminare la tassa sulle vendite sugli acquisti di prodotti in oro e argento.
Infine, anche il platino e il palladio sono soggetti ad IVA, e le aliquote sono generalmente le stesse dell’argento.
In sintesi, per quanto riguarda l’IVA sui metalli preziosi:
- La maggioranza dei paesi non applica l’IVA sull’oro da investimento.
- L’IVA sugli altri metalli nella maggior parte dei paesi oscilla tra il 8,1% in Svizzera (il tasso più basso d’Europa) e il 20% in Francia e nel Regno Unito.
Ma vediamo ora qual è la tassa principale da pagare alla vendita dei metalli preziosi: l’imposta sulle plusvalenze.
Che cos’è l’imposta sulle plusvalenze sull’oro e gli altri metalli preziosi?
Ora che il prezzo dell’oro sta aumentando e il mercato è in rialzo, vi sembra proprio il momento giusto per vendere le vostre monete American Eagle.
Ma, alla vendita delle monete d’oro, in molti paesi vi troverete a fare i conti con l’imposta sulle plusvalenze. Si tratta di una tassa da pagare sui guadagni ricavati dalla vendita dei metalli preziosi.
Come per l’IVA sull’argento, le aliquote dell’imposta sulle plusvalenze variano da paese a paese. In Italia, ad esempio, l’aliquota è pari al 26%, mentre il Regno Unito applica un’aliquota variabile tra il 10 e il 28% a seconda del reddito. Tuttavia, nel Regno Unito la capital gain tax non si applica alle monete a corso legale prodotte dalla Royal Mint.
Altri paesi, invece, come Svizzera, Belgio e Germania, non applicano l’imposta sulle plusvalenze sui metalli preziosi. Ma, anche qui, alcune imposte, come i dazi doganali o l’imposta sulle plusvalenze del proprio paese, potrebbero applicarsi se, dopo la vendita dei prodotti in metalli preziosi, i fondi vengono trasferiti in un altro paese.
Infine, negli Stati Uniti, il possesso di oro e argento fisico è soggetto a un’imposta sulle plusvalenze pari all’aliquota marginale d’imposta, fino a un massimo del 28%. I guadagni a breve termine sui metalli preziosi, invece, sono tassati secondo l’aliquota ordinaria sul reddito.
Vendere oro: un breve caso studio sulla tassazione francese dell’oro
La Francia applica un sistema fiscale leggermente diverso alla vendita dei metalli preziosi. Vengono applicate non una ma ben due tasse:
- l’imposta sulle plusvalenze: pari al 36,2% dei guadagni ricavati dalla vendita dei metalli preziosi;
- l’imposta sui metalli preziosi: pari all’11,5% del prezzo di vendita totale dei metalli (non soltanto il guadagno, ma l’intero importo ricevuto alla vendita).
Alla vendita, chi detiene oro in Francia si troverà quindi a dover scegliere tra due imposte. Meglio fare bene i calcoli e scegliere quella più vantaggiosa!
Infine, è bene ricordare che conservare oro a lungo termine in Francia può essere remunerativo:
a partire dal secondo anno dall’acquisto dei prodotti in oro, l’aliquota sulle plusvalenze si riduce del 5% l’anno. Quindi, dopo 22 anni, l’oro sarà esentasse in Francia. Non dimenticatevi di conservare una prova di acquisto.
È possibile acquistare metalli preziosi esentasse?
Come si è detto, in molti paesi, i metalli preziosi sono soggetti all’imposta sulle plusvalenze (ad eccezione di alcuni paesi, come la Svizzera, in cui viene applicata soltanto l’imposta patrimoniale sui metalli preziosi).
E se l’oro è esente IVA in Europa, l’argento e i PGM (platino, palladio, ecc.) sono soggetti ad IVA in quasi tutti i paesi europei. Alcuni paesi applicano aliquote pari o superiori al 20%, il che rende gli investimenti in argento molto più costosi.
Ecco un esempio: se si acquista dell’argento per un valore di 10.000 € in Francia, dove l’IVA è al 20%, 2.000 € verranno sborsati soltanto per pagare l’IVA.
Ma ci sono un paio di modi per ridurre il costo dell’IVA 🙂:
- Acquistare e custodire metalli preziosi in Svizzera, il paese d’Europa con le aliquote IVA più basse. Tuttavia, un investitore dovrebbe tenere a mente che, se poi dovesse scegliere di farsi consegnare i prodotti nel proprio paese di residenza anziché custodirli nei caveau in Svizzera, potrebbe trovarsi a dover pagare l’IVA due volte. Ad esempio, se si richiede una consegna in Francia, si dovrà pagare l’IVA svizzera del 8,1% al momento dell’acquisto ma anche il 20% di IVA in Francia alla consegna.
- Acquistare argento e platino totalmente esenti IVA: questo è possibile se vengono conservati in un porto franco sicuro in Svizzera (un’area economica in cui non si applica l’IVA svizzera del 8,1% sui metalli preziosi).