La tassazione dell’oro da investimento in Italia: la nostra guida 2025

The Spotlight

10 minuti di lettura

24 lug 2025

Bandiere italiane, svizzere, tedesche, britanniche e francesi con una pila di lingotti d'oro luccicante

e monete e i lingotti d’oro vanno dichiarati? Come funzionano plusvalenze, minusvalenze e IVA sull’oro da investimento in Italia? Scopri tutto quello che c’è da sapere nella nostra guida 2025.

Investire in oro fisico, sotto forma di lingotti e monete d’oro, è una scelta sempre più comune per chi cerca stabilità in tempi di incertezza economica. Tuttavia, prima di vendere o comprare oro, è fondamentale capire come funziona la tassazione dell’oro da investimento in Italia, soprattutto alla luce delle novità introdotte nel 2024.

Che cos’è l’oro da investimento e quali caratteristiche deve avere?

Lingotto d'oro PAMP Suisse da 1 kg, lingotto d'oro PAMP Suisse da 50 grammi e una moneta d'oro Maple Leaf da 1 oz.

La definizione di oro da investimento è regolata dalla legge italiana n. 7/2000. Rientrano in questa categoria:

  • Monete d’oro che:
    • siano state coniate dopo il 1800;
    • abbiano avuto corso legale nel paese d’origine;
    • presentino una purezza pari o superiore a 900/1000;
    • siano vendute a un prezzo non superiore dell’80% rispetto al valore dell’oro in esse contenuto.
  • Lingotti d’oro (o placchette):
    • con peso superiore a 1 grammo;

purezza pari o superiore a 995/1000.

La tassazione dell’oro da investimento in Italia: l’oro è soggetto ad IVA?

L'IVA sull'oro in Italia

Secondo la normativa vigente in Italia, l’oro da investimento è esente da IVA. Questo significa che puoi acquistare e detenere oro fisico da investimento senza pagare l’imposta sul valore aggiunto.

Questa esenzione è uno dei principali vantaggi fiscali che rendono l’oro una scelta interessante per molti investitori, soprattutto in ottica di diversificazione patrimoniale.

La tassazione delle plusvalenze sull’oro nel 2025

La bandiera italiana con una pila di lingotti d'oro

Che cosa s’intende per plusvalenza sull’oro?

In Italia, se vendi oro da investimento realizzando un profitto, sei tenuto a pagare una tassa. La differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo d’acquisto è detto plusvalenza.

💡 Esempio: se hai acquistato un lingotto d’oro a 750 € e lo rivendi a 950 €, la plusvalenza è di 200 €. Si tratta del guadagno effettivo ottenuto dalla vendita rispetto al prezzo di acquisto.

Scopri il prezzo dell’oro in tempo reale

Che imposta viene applicata alla plusvalenza sull’oro?

L’imposta sostitutiva applicata alla plusvalenza sull’oro da investimento è pari al 26%. Va indicata nella dichiarazione dei redditi, all’interno del quadro RT del Modello Redditi – Persone Fisiche.

💡 Esempio: se hai acquistato un lingotto d’oro a 1.000 € e lo rivendi a 1.300 €, la tua plusvalenza è di 300 €. Su questo guadagno si applica l’imposta del 26%, quindi dovrai versare 78 € al fisco.

Novità 2024: addio alla tassazione forfettaria in assenza di documentazione

Fino al 31 dicembre 2023, chi non era in grado di dimostrare il prezzo d’acquisto dell’oro (ad esempio per mancanza di fattura o scontrino) poteva beneficiare di una modalità semplificata di tassazione. In questi casi, il fisco presumeva una plusvalenza forfettaria del 25% sul valore di vendita, e applicava su questa l’imposta sostitutiva del 26%.

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023), questa agevolazione è stata eliminata. Dal 1° gennaio 2024, in assenza di documentazione, l’imposta del 26% si applica sull’intero importo percepito dalla vendita, e non più solo su una quota forfettaria.

🔍 Esempio pratico

  • Fino al 2023: vendi oro per 1.000 € senza fattura → il fisco presume una plusvalenza di 250 € → imposta del 26% su 250 € = 65 €
  • Dal 2024: vendi oro per 1.000 € senza fattura → l’intero importo è considerato imponibile → imposta del 26% su 1.000 € = 260 €

Questa novità colpisce in particolare chi possiede oro acquistato molti anni fa, magari ricevuto in eredità o come regalo, per il quale è difficile reperire una prova d’acquisto.

Chi invece può esibire un certificato d’origine o una fattura valida, continua ad accedere al vecchio regime: la tassazione del 26% si applica solo sul guadagno effettivo, cioè sulla plusvalenza reale.

📌 Il consiglio? Conserva sempre la fattura o qualsiasi documento che attesti il prezzo d’acquisto del tuo oro.

👉 E se hai ricevuto oro in regalo o in eredità, documentarne il valore al momento della ricezione può aiutarti a evitare una tassazione più elevata in futuro.

Le monete e i lingotti d’oro vanno dichiarati?

Le tasse sull’oro da investimento come regalo e eredità

Obbligo di dichiarazione sopra una certa soglia

Pur essendo esente da IVA, l’oro fisico da investimento va dichiarato se supera determinati limiti.

  • Se acquisti oro per un valore pari o superiore a 12.500 €, devi notificarlo all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia) entro la fine del mese successivo.

Se trasferisci oro all’estero, la dichiarazione dev’essere preventiva, prima del passaggio di frontiera.

Dove inserire l’oro nella dichiarazione dei redditi?

un uomo che guarda un'ombra a forma di punto interrogativo

Plusvalenze, minusvalenze e quadro RW

Se vendi oro da investimento con plusvalenza, dovrai indicarlo nel quadro RT della sezione II del Modello Redditi.

Hai comprato oro all’estero o lo conservi in un caveau fuori dall’Italia? In questo caso, devi compilare anche il quadro RW.

⚠️ Se hai registrato una minusvalenza documentata, puoi usarla per compensare eventuali plusvalenze future. Ma, ancora una volta, serve la fattura!

Conclusione: cosa deve sapere un investitore in oro oggi?

una penna, una calcolatrice, pile di monete d'oro e un foglio di tasse su sfondo rosa
  • L’oro da investimento è fiscalmente vantaggioso perché non è soggetto ad IVA.
  • In caso di vendita con profitto, la plusvalenza sull’oro è tassata al 26%, ma solo se disponibile una prova del prezzo di acquisto.
  • Dal 2024, in assenza di documentazione comprovante il prezzo di acquisto, l’imposta del 26% si applica sull’intero importo percepito. Per questo è fondamentale conservare con cura la documentazione originale, come fatture o certificati.

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