Tagli Fed e oro: cosa aspettarsi dagli ultimi tagli dei tassi di interesse?

The Spotlight

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23 ott 2024

tagli ai tassi d'interesse della Fed

Che impatto possono avere i recenti tagli della Federal Reserve (Fed) sul prezzo dell’oro?

La Fed, ovvero la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti d'America, ha recentemente tagliato i tassi di interesse. Il taglio è stato significativo: mezzo punto percentuale, invece dei 25 punti base (0,25%) previsti, che ha portato il tasso sui fondi federali dal 5,25%-5,50% al 4,75-5% a settembre del 2024.

Nel corso della storia, il prezzo dell'oro ha spesso reagito in modo significativo alle decisioni sui tassi di interesse della Fed, e il suo ultimo intervento ha colto di sorpresa gran parte degli investitori e delle investitrici.

Cosa comporta questa mossa per il futuro del prezzo dell'oro e quali ripercussioni potrebbero avere i tassi di interesse in forte calo sul metallo prezioso per eccellenza?

Perché la Fed ha ridotto i tassi di interesse di 50 punti base?

fed

Dopo mesi di anticipazioni, la Fed ha abbassato il tasso di interesse di riferimento, ma ciò che ha sorpreso gli investitori è stata l’entità della riduzione. Nella riunione del 18 settembre 2024, la Banca centrale ha deciso un taglio drastico di 50 punti base dei tassi di interesse, portandoli a un range compreso tra il 4,75% e il 5%. Inoltre, ha chiaramente anticipato ulteriori riduzioni dei tassi in futuro.

Un punto base è un'unità utilizzata in finanza per esprimere le variazioni dei tassi di interesse: 1 punto base equivale allo 0,01%. Quindi un taglio di 50 punti base significa che i tassi sono stati ridotti dello 0,50%.


Questo intervento ha avuto un impatto notevole sui mercati finanziari, incluse azioni, obbligazioni e, naturalmente, i metalli preziosi come l'oro. Gli investitori professionali, che monitorano attentamente i tassi di interesse a causa della loro influenza su vari asset, si aspettavano un taglio più moderato di 25 punti base, che avevano già previsto nei loro modelli.

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha spiegato la decisione, chiarendo le ragioni dietro questo taglio improvviso e le sue possibili implicazioni. Ecco qui la sua spiegazione, tradotta da GOLD AVENUE:

Negli ultimi dodici mesi abbiamo assistito a una crescita solida e a robusti incrementi nel mercato del lavoro e nella produttività. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di ripristinare la stabilità dei prezzi senza il doloroso aumento della disoccupazione che spesso accompagna gli sforzi volti a ridurre l’inflazione.
[…] Come accennato in precedenza, la decisione di tagliare il tasso di interesse di riferimento di 50 punti base riflette la crescente fiducia che con un adeguato riequilibrio delle nostre misure di politica monetaria, la forza del mercato del lavoro […] possa essere mantenuta e l’inflazione possa scendere in modo sostenibile al 2 per cento.

In altre parole: la Federal Reserve ha deciso di limitare la lotta all'inflazione e di concentrarsi ora sul rafforzamento del mercato del lavoro.
Con un mercato del lavoro in espansione e prezzi stabili come obiettivi chiave del mandato della Fed, questa spiegazione appare plausibile. Ma la situazione è davvero così semplice?

Ottimismo o vero e proprio errore?

Ottimismo o vero e proprio errore?

Anche se le ragioni date dalla Federal Reserve sembrano giustificare un taglio così inaspettatamente significativo, alcuni osservatori ed esperti non sono ottimisti.

In teoria, quando il tasso di interesse scende, si dovrebbero creare più posti di lavoro e far aumentare i prezzi. Viceversa, un aumento dei tassi raffredda l'economia, riducendo l'inflazione e i posti di lavoro. Fin qui tutto chiaro. Tuttavia, ci sono opinioni divergenti sulla valutazione della situazione economica attuale.

Mentre la Fed spera di stimolare il mercato del lavoro con questa decisione, alcuni investitori ed economisti temono che questi non siano altro che la miccia di una nuova crisi economica per l’economia statunitense.

Per esempio, l'ex capo economista della Banca Mondiale, Larry Summers, ha criticato il taglio dei tassi di settembre 2024, sostenendo che potrebbe aprire la strada sia all'inflazione che a una possibile recessione. Le divisioni si sono viste anche all’interno della Fed stessa. Infatti, non tutti i membri del Federal Open Market Committee (FOMC) erano concordi sull'entità del taglio: un partecipante ha votato contro la riduzione di 50 punti base, mentre altri avrebbero preferito un taglio più moderato di 25 punti base. Tuttavia, una maggioranza sostanziale dei funzionari della Federal Reserve ha appoggiato il taglio di mezzo punto percentuale, considerandolo un primo passo verso una politica monetaria più accomodante. In ogni caso, è stato stabilito che questa mossa iniziale non vincolerà la Fed a un ritmo predefinito per future riduzioni dei tassi, come evidenziato dai verbali della riunione.

Cosa ne pensano gli investitori?

Le opinioni negative circolano anche tra gli investitori. Il CEO del colosso BlackRock Larry Fink ha espresso i suoi dubbi. Fink ritiene che non ci sia spazio per ulteriori tagli dei tassi di interesse, e ha dichiarato: "Non vedo alcun atterraggio", riferendosi al concetto di "soft landing", ovvero un ritorno alla stabilità dei prezzi senza passare attraverso una recessione.

Anche il celebre investitore Stanley Druckenmiller ha criticato duramente una riduzione così significativa dei tassi di interesse, sostenendo che i dati economici attuali non giustifichino un intervento tanto drastico. A suo avviso, l’economia americana sta mostrando chiari segni di crescita, con un PIL superiore alla media, utili aziendali solidi e azioni ai massimi storici. A riprova di questo scenario positivo, anche il prezzo dell'oro ha raggiunto nuovi record. Ha inoltre paragonato l'attuale situazione economica a quella del 2021, quando, nonostante 13 mesi consecutivi di inflazione superiore agli obiettivi, la Fed rimase "intrappolata" nelle sue previsioni, dimostrando una grave incapacità di rispondere rapidamente alle pressioni inflazionistiche. Secondo lui, questo errore rischia di ripetersi di nuovo.

Storicamente, l’oro ha consolidato la sua reputazione come uno degli strumenti di copertura più efficaci contro l’inflazione. Ed è probabile che il prezzo dell’oro possa trarre diversi benefici dai recenti tagli dei tassi di interesse.

Perché un calo dei tassi è spesso un segnale positivo per investire in oro

Perché un calo dei tassi è spesso un segnale positivo per investire in oro

Ci sono diverse ragioni che lasciano presagire un possibile rialzo del mercato dell’oro, dopo i recenti tagli Fed.

Indebolimento del dollaro

Esiste una relazione inversa tra il dollaro statunitense e il prezzo dell'oro. Quando il valore del dollaro diminuisce, il prezzo dell'oro tende a salire. Questo accade perché l'oro è negoziato in dollari sui mercati globali; pertanto, un dollaro più debole consente agli investitori esteri di acquistare oro a prezzi più vantaggiosi, aumentando così la domanda e, di conseguenza, il prezzo.

Questa correlazione con il prezzo dell’oro diventa particolarmente significativa nel contesto dei recenti tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Infatti, una diminuzione dei tassi porta solitamente a un indebolimento del dollaro. Ma perché? Tassi più bassi rendono gli investimenti in dollari meno attrattivi per gli investitori stranieri. Di conseguenza, un dollaro più debole rende l’oro, che è denominato in dollari, più accessibile e conveniente per gli acquirenti internazionali. E una maggiore domanda di oro si traduce spesso in un incremento dei prezzi!

Diminuzione dei costi opportunità

A differenza di altri investimenti fruttiferi come titoli di stato o azioni, l'oro non offre interessi o dividendi. Tuttavia, quando i tassi di interesse diminuiscono, i rendimenti di tali investimenti tendono a scendere. Questa situazione riduce i costi opportunità legati al possesso di oro, rendendolo un'opzione sempre più interessante per gli investitori.

Con la crescente domanda di oro fisico e di altri asset correlati, il prezzo di questo metallo prezioso potrebbe registrare un ulteriore aumento. Investire in oro rappresenta così una strategia vantaggiosa per proteggere e diversificare il proprio portafoglio in un contesto economico volatile.

Protezione contro l'inflazione

Ad ogni azione corrisponde una reazione, anche in economia. Generalmente, quando i tassi di interesse scendono, i prestiti diventano più accessibili, facilitando la spesa sia delle famiglie che delle imprese. Questo aumento della domanda, se superiore all'offerta, tende a far salire i prezzi, generando inflazione. In questo contesto, l’oro è storicamente considerato un bene rifugio. Il suo prezzo tende a salire quando gli investitori cercano di proteggere i propri asset dalla perdita di potere d’acquisto, rendendolo una scelta strategica in periodi di inflazione crescente. I dati confermano questa fiducia: dal 2000 al 2023, l'oro ha garantito un rendimento reale del 324% nell'area euro, superando costantemente il tasso di inflazione.

L'inflazione indica l'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi nel tempo, e la conseguente riduzione del potere d'acquisto della moneta. Per garantire che i risparmi mantengano il loro valore, è importante che gli interessi pagati siano almeno pari al tasso di inflazione, per riuscire a preservare il potere d'acquisto di risparmiatori e risparmiatrici.


Tagli Fed 2024 e oro: cosa vuol dire in pratica?

Tagli Fed 2024 e oro: cosa vuol dire in pratica?

Se stai considerando di investire in oro o possiedi già un portafoglio diversificato con metalli preziosi, l’annuncio della Fed di settembre è cruciale, poiché potrebbe influenzare significativamente il mercato dell’oro sia nel breve che nel lungo termine.

  • Nel breve termine: la decisione della Fed può sembrare allarmante. Con l'aspettativa di un calo di 25 punti base, i mercati evidenziano preoccupazioni per la salute dell'economia americana. Questa reazione può indebolire il dollaro, rendendo l’oro più attraente. Storicamente, quando i tassi di interesse sono stati abbassati in modo significativo, l’oro ha spesso guadagnato valore, specialmente in contesti di crisi economica o geopolitica. Inoltre, le attuali tensioni in Ucraina e in Medio Oriente spingono gli investitori a cercare investimenti più stabili, come l’oro.
  • A lungo termine: se la recessione dovesse aggravarsi, accrescendo il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, o se l’inflazione rimanesse sopra il 2% nell'Eurozona, l’oro potrebbe continuare a essere un asset popolare per proteggersi dai rischi economici. Negli ultimi dieci anni, il prezzo di un'oncia d'oro è aumentato di oltre il 150%, mentre i conti deposito, come i libretti di risparmio, offrono rendimenti limitati, attestandosi attorno al 3%.
La variazione del prezzo dell’oro al grammo negli ultimi 10 anni (fonte: GOLD AVENUE)
La variazione del prezzo dell’oro al grammo negli ultimi 10 anni (fonte: GOLD AVENUE)

Anche Nicky Shiels, Head of Research & Metals Strategy di MKS PAMP SA, ha condiviso il suo punto di vista sui recenti tagli della Fed.

"Guardando la situazione attuale, risulta difficile capire come la Fed abbia già tagliato i tassi e come possa pensare di farlo ancora. Alla fin fine, (i tagli) non sono premonizione di una profonda recessione, ma un'opportunità per aggiungere asset inflazionistici. In futuro, (...) gli asset sensibili all'inflazione, in particolare quelli esposti a un dollaro USA più debole, si rigonfieranno, con nuovi massimi per oro e argento, mentre la Fed continua a tagliare in modo aggressivo e le tensioni in Medio Oriente aumentano."

Il grafico mette a confronto tagli Fed e rendimenti reali del Dollaro Statunitense con il prezzo dell’oro dal 2000 al 2024.
Il grafico mette a confronto tagli Fed e rendimenti reali del Dollaro Statunitense con il prezzo dell’oro dal 2000 al 2024.

I dati parlano chiaro: il grafico da lei condiviso confronta i tagli dei tassi della Fed con la risposta dell'oro nel 2001 (dotcom) e nel 2007 (crisi finanziaria globale). Nel 2001, dopo un taglio di 50 punti base, l'oro inizialmente perse il 2,4%, per poi guadagnare il 7,8% in 9 mesi. Nel 2007, l'oro aumentò del 10% in 1 mese, +45% in 6 mesi, e +32% in 9 mesi. Oggi, invece, i prezzi sono già 2,5 volte superiori rispetto al 2007.

Tagli Fed, tassi di interesse e oro: un’opportunità da non lasciarsi scappare

La recente decisione della Fed di tagliare i tassi di interesse apre prospettive interessanti per gli investitori in oro. Ecco alcune strategie per massimizzare questo contesto economico:

  1. Acquistare oro fisico. In tempi di incertezza, l’oro fisico, sia sotto forma di lingotti che di monete, rappresenta una scelta solida, anche per investitori ed investitrici alle prime armi. Questo bene tangibile non viene tendenzialmente influenzato dalle fluttuazioni dei mercati finanziari e dai tagli Fed, e offre una sicurezza che altri investimenti non possono garantire. Investire in lingotti o monete d'oro fisico conferisce da sempre stabilità e sicurezza. GOLD AVENUE offre i migliori prodotti sul mercato, con custodia gratuita fino a 10.000 € e possibilità di gestire i propri investimenti direttamente da smartphone.
  2. Diversificare il portafoglio. In un contesto economico volatile, l’oro stabilizza ogni portafoglio d’investimenti. Essendo un asset non correlato ai mercati azionari, questo metallo prezioso limita le perdite in caso di shock economico e tende a mantenere il proprio valore anche nei periodi di crisi.
  3. Mantenersi informati. Le decisioni e i tagli della Federal Reserve, come il recente abbassamento dei tassi, hanno un impatto significativo sul prezzo dell’oro. Per questo, ogni persona interessata agli investimenti dovrebbe seguire attentamente questi indicatori macroeconomici, per prendere decisioni informate.

Grazie alla sua storica capacità di proteggere dall’inflazione e di fungere da alternativa ai tradizionali investimenti fruttiferi, l'oro si presenta come un bene rifugio. Questo è particolarmente rilevante se il taglio dei tassi di interesse operato dalla Federal Reserve causerà, come si teme, un aumento dell’inflazione.

Il taglio dei tassi della Fed nel 2024 potrebbe comportare vantaggi significativi per l’oro e, in un momento in cui il futuro economico e geopolitico rimane incerto, questo metallo prezioso si conferma come il bene rifugio per eccellenza, che aiuta gli investitori a diversificare il proprio portafoglio e a mitigare i rischi a lungo termine.

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