Ci sarà una recessione nel 2022?

The Spotlight

10 minuti di lettura

19 lug 2022

Alcuni forti segnali di allarme, tra cui l’inflazione in aumento, lo shock nella catena di approvvigionamento e la guerra in Ucraina, sembrano indicare una possibile recessione come mostrato nella vignetta.

Con la Federal Reserve che aumenta i tassi di interesse e la Russia che riduce le forniture di gas in Europa, sembra che l'economia mondiale stia lentamente ma inesorabilmente entrando in recessione. Succederà entro la fine del 2022? Quali sono le conseguenze per l’oro?

Per mesi, gli esperti di finanza ci hanno messo in guardia contro una possibile recessione.

Anche se non vi è ancora alcuna certezza, i segnali di allarme che indicano che l’Europa e gli Stati Uniti potrebbero trovarsi ad affrontare un periodo recessivo si stanno intensificando.

Abbiamo già parlato dei rischi di recessione in uno dei nostri SPOTLIGHT precedenti. Ma da allora sono successe molte cose.

Dopo gli eventi degli ultimi mesi (inflazione da record, guerra, crisi energetica, crescita in fase di rallentamento, crollo dei mercati, ecc.), abbiamo pensato fosse utile un piccolo aggiornamento.

Quindi vediamo se i fatti recenti ci stanno portando dritto verso la recessione.

Oggi ci sono segnali evidenti di una possibile recessione?

In poche parole, sì, parecchi.

Ecco i segnali principali:

  • Inflazione alle stelle: Se l’inflazione dovesse rimanere alta e gli stipendi non dovessero aumentare di pari passo (come sta succedendo ora), l’inflazione potrebbe condurre alla recessione.
Un grafico che mostra l’aumento dei tassi di inflazione nei paesi del G7 tra cui UE, Stati Uniti, Canada e Giappone tra gennaio 2018 e luglio 2022.
Un grafico che mostra l’aumento dei tassi di inflazione nei paesi G7 tra cui UE, Stati Uniti, Canada e Giappone tra gennaio 2018 e luglio 2022.

Come già saprete, l’inflazione negli Stati Uniti ha appena raggiunto il 9,1%, il dato più alto degli ultimi 40 anni. Il tasso di inflazione annuale nell’Eurozona ha registrato l’8,6% a giugno, superando l’8,1% del mese di maggio.

Come si vede dal grafico, l’inflazione è in crescita anche in altri paesi.

La Federal Reserve USA sta adottando una politica di aumento dei tassi di interesse più aggressiva, il che potrebbe far sprofondare l’economia in recessione come dimostra la vignetta di un uomo che aumenta i tassi di interesse.
  • Innalzamento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali: secondo molti analisti, un aumento più consistente e rapido dei tassi potrebbe accrescere le probabilità di recessione. L’aumento dei tassi renderà più costoso i prestiti di denaro e tenderà quindi a ridurre la quantità di moneta in circolazione nell’economia. In altre parole, esso tende a rallentare la crescita e, in alcuni casi, a causare recessioni.

Al momento, la Federal Reserve ha adottato una politica aggressiva per cercare di contrastare il picco di inflazione, ai massimi da 40 anni. Ha già aumentato i tassi di interesse più volte nel corso dell’anno ed è probabile che lo faccia di nuovo prossimamente.

Anche la BCE ha intenzione di innalzare i tassi nel corso del mese di luglio e, probabilmente, nuovamente a settembre.

Un uomo in piedi avvolto nella bandiera dell’Ucraina quando le operazioni militari russe sono ancora in corso.
  • Guerra in Ucraina: la guerra russa in Ucraina continua, aumentando il rischio di una crisi alimentare nei paesi che dipendono dalle esportazioni di grano di questi due stati.
Un gasdotto russo-europeo a simboleggiare la crisi energetica che imperversa a causa della guerra in Ucraina.
  • Crisi del gas russo: In aggiunta a tutto questo, la Russia ha temporaneamente chiuso il gasdotto Nord Stream, riducendo di fatto le forniture di gas in Europa. Con l’avvicinarsi dell’inverno, le autorità temono che un’interruzione totale del gas da parte di Mosca possa seriamente compromettere l’economia europea.

Come si può intuire, le prospettive per l'economia mondiale sono a dir poco confuse.

Ma questo potrebbe causare una recessione? Ecco cosa dicono gli analisti.

Le turbolenze nelle forniture di gas naturale potrebbero causare una recessione in Europa

Secondo Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ulteriori turbolenze nelle forniture di gas naturale in Europa potrebbero far entrare molte economie in recessione.

In un post sul blog dell’FMI, Georgieva ha scritto che la guerra russa in Ucraina ha peggiorato significativamente le prospettive di crescita economica e che l’FMI era pronto a ridurre le previsioni per il 2022 e il 2023.

“Le prospettive rimangono molto incerte. Basti pensare che ulteriori turbolenze nelle forniture di gas naturale all’Europa potrebbero far sprofondare molte economie in recessione e scatenare una crisi energetica globale. Questo è soltanto uno dei fattori che potrebbero aggravare una situazione già difficile”.

Sembrerebbe che, di tutti i paesi UE, la Germania si stia trovando ad affrontare il maggior rischio di recessione.

“È ragionevole supporre che la Russia continuerà a cercare altri modi per compromettere l’attività economica europea in risposta alle sanzioni e al sostegno finanziario e militare fornito all’Ucraina dall’Occidente... L’impatto sulla produzione industriale e l’incertezza economica spingeranno quasi sicuramente l’economia tedesca in recessione nella seconda metà del 2022, hanno dichiarato gli economisti.

È esattamente quello che dimostra il grafico qui sotto:

Un grafico che mostra le probabilità di recessione nella zona euro e in Germania, dove il rischio recessione è molto più alto soprattutto per via della crisi energetica scatenata dalla guerra russa in Ucraina.
Uno studio condotto da Bloomberg sulle probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi. I partecipanti sono stati intervistati prima della guerra russo-ucraina, poi a giugno e a luglio. Si pensa che la Germania corra un rischio di recessione maggiore rispetto al resto della zona euro, principalmente per via della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina.

Come si può vedere, prima del conflitto russo-ucraino, il rischio di recessione era dato al 20% sia in Germania che nell’Eurozona. Oggi, la Germania ha il 55% di probabilità di affrontare una recessione, contro il 43% dell’area euro.

Ex capo economista dell’FMI: Forte rischio di rivivere gli anni ‘80

L’ex capo economista dell’FMI Maurice Obstfeld fotografato durante una conferenza stampa.

Secondo l’ex capo economista dell’FMI Maurice Obstfeld, c’è un rischio reale che le banche centrali aumentino troppo i tassi nel tentativo di contrastare l’inflazione.

“C’è un vero e proprio mix di contrazione monetaria globale che potrebbe spingersi troppo in là perché ogni banca centrale pensa soltanto alla propria situazione nazionale e non agli effetti globali”, ha ammonito.

In altre parole, come molti economisti, Obstfeld teme che, senza un coordinamento dell’aumento dei tassi, le banche centrali rischino di accelerare il percorso dell’economia mondiale verso una recessione profonda.

“Abbiamo osservato qualcosa di simile all’inizio degli anni ‘80, quando la Fed stava contrastando con forza l’inflazione... Avevamo una recessione mondiale estremamente profonda che si è riversata nei mercati emergenti sotto forma di crisi del debito negli anni ‘80, e credo vi sia un rischio simile anche oggi”.

💡Recessione all’inizio degli anni ‘80

La recessione di inizio anni ‘80 ha rappresentato una grave flessione economica che ha colpito una grossa parte del mondo dall’inizio del 1980 circa fino all’inizio del 1983.Secondo gran part

e dell’opinione pubblica, è stata la peggior recessione dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Obstfeld ritiene che le banche centrali stiano cercando di recuperare dopo aver rimandato per troppo tempo l’aumento dei tassi di interesse.

Hanno fatto una pessima figura con il loro ritardo, e nell’aria si comincia a respirare il panico”, ha sottolineato Obstfeld.

Che cosa significa tutto questo per gli investitori?

Come al solito, probabilmente significherà che gli investitori dovranno diversificare il proprio portafoglio con asset più sicuri e stabili per equilibrare gli investimenti più a rischio.

Secondo Melissa Bouchillon, consulente finanziaria certificata e socia gerente di Sound View Wealth Advisors, è sempre meglio essere preparati per non avere rimpianti:

“Non si sa mai quando ci sarà il prossimo crollo maggiore, che sia il COVID-19, la Grande recessione o quello che stiamo attraversando oggi. Bisogna sempre avere una carta da giocare nel proprio portafoglio nel caso in cui le cose dovessero mettersi male”.

Come prepararsi per una recessione?

Abbiamo alcuni consigli utili da dare per prepararsi ad una recessione, ma non vogliamo svelarveli subito, li teniamo in serbo per uno dei prossimi Spotlight.😉

Per ora, vediamo qual è il modo più comune per preservare il proprio patrimonio durante una recessione: la diversificazione del portafoglio.

Ed è qui che l’oro e i metalli preziosi potrebbero rivelarsi utili.

È vero che l’oro è stato un po’ sotto pressione negli ultimi tempi.

La settimana scorsa, il prezzo dell’oro è sceso al livello più basso in 11 mesi, mentre gli investitori si riversavano sul dollaro in previsione di un aumento più aggressivo dei tassi da parte della Federal Reserve.

Ma perché è successo?

Una pepita d’oro appggiata su una banconota statunitense a simboleggiare la perdita di valore della moneta cartacea.

Principalmente perché al momento il dollaro forte sembra gravare sul prezzo dell’oro, così come le previsioni legate all’aumento dei tassi di interesse.

Quindi il prezzo dell’oro continuerà a scendere?

Per farla breve, non necessariamente.

Come abbiamo già detto, il drastico innalzamento dei tassi da parte delle banche centrali sta aumentando le possibilità di recessione economica.

E c’è un consenso generale sul fatto che, durante una recessione, gli asset più rischiosi come le azioni e le obbligazioni ad alto rendimento tendano a calare, mentre l’oro e i titoli di Stato USA tendano a salire.

Ad esempio, la Grande recessione del 2008 ha fatto alzare il prezzo dell’oro, anche se questo è poi sceso sull’onda del fallimento di Lehman Brothers.

Craig Erlam, analista di mercato senior presso OANDA, spiega:

“Un calo [del prezzo dell’oro] al di sotto di 1.700 $ è ancora molto probabile, con il prossimo livello di supporto a 1.680 $ l’oncia. [Ma] una volta raggiunto il picco, e con i segnali di pressione sull’inflazione in diminuzione, potremmo vedere un recupero dell’oro in concomitanza con l’ingresso dell’economia in recessione”.

L’oro si comporterà per forza così se dovesse esserci un’altra recessione globale? Non lo sappiamo con certezza.

Ma una cosa è sicura: diversificare gli investimenti e adottare alcune ragionevoli precauzioni per gestire il rischio potrebbe contribuire a proteggere il vostro patrimonio e le vostre finanze.

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