A marzo, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono schizzati dello 0,6%.
Si tratta del maggiore aumento mensile da quasi 10 anni.
La crescita su base annua è pari al 2,6% ed è la più alta dall’agosto del 2018.
Ciò significa che l’inflazione sta già aumentando più del previsto, eppure la Fed continua a rimanere fedele alla sua linea, dichiarando che si tratterebbe soltanto di un aumento temporaneo che va tollerato.
Sembrerebbe quindi che la Fed sia indecisa tra due cattive scelte: lasciare che l’inflazione aumenti per alimentare la crescita economica OPPURE contrastare l’inflazione, rischiando di stroncare sul nascere la ripresa dell’economia.
Inutile dire che l’oro è sempre stato considerato come una copertura contro l’inflazione e la crisi economica.
In qualità di strumento di diversificazione del portafoglio d’investimenti, l’oro potrebbe rivelarsi utile qualora uno di questi due scenari dovesse avverarsi.
Sarà interessante seguire da vicino la crescita dell’inflazione. Se il prezzo dell’oro dovesse cominciare a salire in risposta ai dati legati all’inflazione americana, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo trend al rialzo per il metallo prezioso.
Photo credit: Tim Evanson