Un tesoro d'oro e storie di emigrazione: il Lussemburgo e i suoi legami con l’Italia

The Spotlight

5 minuti di lettura

22 set 2025

La scoperta delle monete d’oro del tesoro di Holzthum

Scopri il legame storico che unisce Lussemburgo, Impero romano e Italia: un viaggio tra monete, migrazioni e antiche tradizioni.

Il 2025 si preannuncia come un anno di grandi eventi per il Lussemburgo, piccolo gioiello incastonato nel cuore dell’Europa. Oltre all’attesissima abdicazione del Granduca Henri in favore del principe ereditario Guillaume, prevista per il 3 ottobre, l’anno si è aperto con la notizia di una scoperta archeologica straordinaria.

Il paese è balzato agli onori della cronaca per via del ritrovamento di un tesoro di monete d’oro risalenti all’epoca romana, rinvenuto nel villaggio di Holzthum.

Questa eccezionale scoperta non solo illumina un capitolo poco noto della storia europea, ma svela anche antiche connessioni culturali e commerciali tra il Lussemburgo, l'Impero romano e, in definitiva, l'Italia.

Le monete, coniate tra il 364 e il 408 d.C., racchiudono un valore che va ben oltre quello economico: sono un’eloquente testimonianza di un’epoca di profondi cambiamenti politici e culturali. E, proprio come queste monete raccontano una storia di scambi e influenze, il legame tra Lussemburgo e Italia continua a vivere anche oggi, alimentato dalla migrazione italiana del XX secolo, che ha arricchito la società e la cultura lussemburghese con una presenza indelebile.

La scoperta delle monete d’oro del tesoro di Holzthum

monete romane

Il tesoro di Holzthum, composto da 141 monete d’oro, rappresenta una scoperta eccezionale che getta nuova luce su un periodo cruciale della storia romana. Coniate durante il regno di diversi imperatori, tra cui il controverso Flavio Eugenio, queste monete offrono uno spaccato unico di un’epoca di transizioni politiche e culturali. Eugenio, figura enigmatica e breve governante tra il 393 e il 394 d.C., viene considerato come un usurpatore del trono ed è ricordato soprattutto per la sua sconfitta nella battaglia del Frigido contro Teodosio, un evento che segnò una svolta nella storia dell’Impero romano.

Il valore del ritrovamento del tesoro di Holzthum va ben oltre il suo significato economico: le monete di Eugenio, estremamente rare, costituiscono una chiave per comprendere l’estensione del suo dominio politico ed economico. Il loro ritrovamento, tenuto segreto per quattro anni, sottolinea l’importanza di queste monete nel delineare un’epoca in cui l’Impero romano d’Occidente era già in declino, mentre Costantinopoli cresceva come nuovo fulcro di potere nel Mediterraneo. Per questo motivo, sono tra i reperti più ambiti dai numismatici e dagli storici a livello internazionale .

Il recupero delle monete d’oro, tuttavia, non è stato privo di sfide. L’area dello scavo era ancora contaminata da residuati bellici della Seconda guerra mondiale e ha quindi richiesto l’intervento dell’esercito per garantire la sicurezza delle operazioni. Nonostante le difficoltà, questa straordinaria scoperta non solo arricchisce la comprensione storica del Lussemburgo come crocevia di influenze culturali e politiche già in epoca romana, ma riafferma il suo ruolo come punto nevralgico della storia europea.

Un paese protetto da un drago …d’oro! La leggenda racconta che, un tempo, un drago d'oro custodiva la città di Lussemburgo. Si dice che il drago sia scomparso secoli fa, ma alcuni ritengono che possa essere ancora nascosto da qualche parte in città… In ogni caso, oggi al suo posto troviamo la Gëlle Fra, la "Signora dorata", una statua eretta in memoria delle migliaia di cittadini lussemburghesi che persero la vita durante la Prima guerra mondiale.

Lussemburgo, Impero romano e Italia: un legame oltre il tempo

La scoperta di monete romane nel territorio lussemburghese sottolinea le connessioni storiche tra l'Italia e il Lussemburgo che risalgono a secoli fa, quando l’Impero romano estendeva il suo dominio su gran parte dell’Europa. Queste terre, allora periferiche, erano parte di un sistema economico e culturale che aveva il suo cuore pulsante in Italia. La presenza romana contribuì a plasmare la cultura e l’organizzazione politica della regione, gettando le basi per una relazione storica destinata a proseguire nei secoli.

Ma i legami tra Italia e Lussemburgo non appartengono solo alla storia antica.

Durante il XX secolo, un nuovo capitolo di questo rapporto si è scritto con la migrazione italiana in Lussemburgo. Migliaia di connazionali lasciarono il Bel Paese, spinti dalla necessità e dal desiderio di costruire un futuro migliore. Il Lussemburgo, con la sua fiorente industria siderurgica, offriva opportunità che molti italiani colsero, contribuendo non solo alla crescita economica del paese, ma anche all'arricchimento della sua cultura.

Perché tanti italiani sono emigrati in Lussemburgo?

La migrazione italiana verso il Lussemburgo, che ha coinvolto oltre 100.000 persone nel corso del XX secolo, è stata principalmente motivata da ragioni economiche. Dopo la Seconda guerra mondiale, il paese era in piena espansione industriale e cercava manodopera per le sue fiorenti industrie siderurgiche e minerarie.

Il cosiddetto "oro rosso," come veniva chiamato qui il minerale ferroso, rappresentava una risorsa cruciale per l’economia lussemburghese, e gli italiani furono tra i principali lavoratori chiamati a colmare questa domanda.

Gli accordi bilaterali tra Italia e Lussemburgo, come quello del 1946, facilitarono ulteriormente questa migrazione. Oggi, i discendenti di quegli emigrati rappresentano circa il 7% della popolazione totale, mantenendo viva la presenza italiana nel Granducato.

L'accordo bilaterale del 1946 tra Italia e Lussemburgo fu un'intesa che regolava il reclutamento di lavoratori italiani per le industrie lussemburghesi, in particolare per il settore minerario e siderurgico. Dopo la Seconda guerra mondiale, il Lussemburgo aveva bisogno di ricostruire la propria economia, mentre l'Italia cercava di far fronte alla disoccupazione dilagante.

Italiani in Lussemburgo – Dudelange, Jeunesse e “oro rosso”

Tra le città che meglio raccontano la storia della migrazione italiana in Lussemburgo, spiccano Dudelange ed Esch-sur-Alzette. Questi luoghi, nel corso del XX secolo, videro l'arrivo di numerosi lavoratori italiani attirati dalle opportunità offerte dall'industria siderurgica e mineraria, settori che rappresentavano il cuore pulsante dell'economia lussemburghese.

A Dudelange, gli italiani contribuirono in modo determinante allo sfruttamento del cosiddetto “oro rosso”, o minerale del ferro, portando con sé una tradizione estrattiva che si rivelò essenziale per la crescita economica della città. Ma il loro impatto non si limitò alla produzione industriale: arricchirono la comunità locale con le loro tradizioni, la lingua, la cucina e le celebrazioni popolari, trasformando Dudelange in un simbolo di integrazione e scambio culturale.

La storia dell'industria mineraria di Dudelange è oggi ricordata con una statua posizionata nel centro della città, chiamata ”Wou dat roud Gold gegruewe gou”, ovvero “Dove veniva estratto l'oro rosso” in lussemburghese.

Alla ricerca di un nuovo hobby? Pochi lo sanno, ma anche in Italia è possibile trovare oro, soprattutto nei corsi d'acqua. Ti spieghiamo dove (e le regole da seguire se si ha la fortuna di trovare qualche pepita!) in questo articolo!

Lo Stade de la Frontière a Esch-sur-Alzette, in Lussemburgo. Dietro, il polo siderurgico. Fonte: Corriere della Sera
Lo Stade de la Frontière a Esch-sur-Alzette, in Lussemburgo. Dietro, il polo siderurgico. Fonte: Corriere della Sera

Esch-sur-Alzette, con le sue miniere e acciaierie, divenne un altro punto focale della migrazione italiana. Qui nacque la Jeunesse Esch, una squadra di calcio che divenne il simbolo della resilienza e della forza degli emigranti.

Fondata dagli operai e dai minatori italiani emigrati in Lussemburgo, la squadra rappresentava non solo un’opportunità per coltivare lo spirito sportivo, ma anche un luogo di aggregazione e solidarietà per una comunità che lottava quotidianamente contro le dure condizioni di lavoro e, inizialmente, contro i pregiudizi.

Oggi, la Jeunesse non è solo il club più titolato del Lussemburgo, ma anche una testimonianza vivente dell’integrazione tra cultura italiana e lussemburghese. La storia del suo successo si intreccia con quella delle famiglie italiane che, tra turni in fabbrica e allenamenti serali, seppero costruirsi una vita migliore.

Memorabile è il pareggio (1-1) contro il Liverpool nella Coppa dei Campioni del 19 settembre 1973, un evento che rese onore non solo ai giocatori, ma a tutti gli emigranti che attraverso il lavoro e il sacrificio trasformarono Esch-sur-Alzette in una patria condivisa.

Oggi, la comunità italiana in Lussemburgo continua a lasciare il segno, conservando l’eredità di un passato fatto di fatica, resilienza e orgoglio, celebrando un legame indissolubile tra le due culture.

All'inizio del XX secolo, i lussemburghesi accolsero con diffidenza gli italiani, non comprendendone lingua e tradizioni. Le tensioni tra le comunità portarono inizialmente gli italiani a isolarsi, dando vita ai "quartieri italiani" come Brill a Esch-sur-Alzette, Italia a Dudelange e quello di Differdange. Oggi, però, gli italiani sono un esempio di integrazione riuscita in Lussemburgo.

Un legame destinato a durare

Il legame tra Italia e Lussemburgo non è solo una questione di storia, ma una realtà viva che si manifesta nella società, nella cultura e nella quotidianità. Dalla scoperta delle monete romane del tesoro di Holzthum alla migrazione italiana in Lussemburgo del XX secolo, ogni capitolo di questa relazione testimonia l’importanza dello scambio e della collaborazione tra popoli.

Oggi, l’eredità di questo intreccio è visibile nelle comunità di italiani in Lussemburgo, che continuano a contribuire al tessuto sociale del paese. In un’epoca di cambiamenti e globalizzazione, la storia del Lussemburgo e dell’Italia ci ricorda che i legami più forti sono quelli che resistono al tempo, arricchendo tutti coloro che ne fanno parte.

Monete d'oro e “oro rosso”: storia di un'eredità condivisa

Più che un semplice ritrovamento numismatico, il tesoro di Holzthum emerge come testimone silenzioso di un legame storico che unisce l'antica presenza romana alla florida comunità italiana del Lussemburgo moderno.

La storia della migrazione italiana in Lussemburgo, che ruotava attorno a distretti industriali come Dudelange ed Esch-sur-Alzette, racconta una trasformazione sociale significativa: da comunità inizialmente isolata a esempio di integrazione riuscita.

La Jeunesse Esch, con la sua storia di successo sportivo, simboleggia perfettamente il percorso di integrazione degli italiani in Lussemburgo. Oggi, mentre il paese si prepara a un momento storico con l'abdicazione del Granduca Henri, la comunità italiana rimane una componente vitale della società lussemburghese, testimoniando come le radici storiche possano evolversi in legami culturali duraturi e significativi.

Se hai trovato affascinante la storia del tesoro di Holzthum, non perderti il nostro articolo dedicato ai più grandi ritrovamenti di tesori d’oro della storia: un viaggio emozionante tra misteri e leggende!

OroLo sapevi?
image-letter

The Spotlight

La newsletter gratuita per imparare a costruirsi un patrimonio.


image-letter

Ricevi lo Spotlight

La newsletter gratuita per imparare a costruirsi un patrimonio.