Conto deposito o oro: quale scegliere?

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5 minuti di lettura

31 gen 2023

Un salvadanaio con delle monete d’oro che cadono dentro e un lingotto d’oro PAMP Suisse.

Con l’aumento dei tassi d’interesse, meglio essere sicuri di far fruttare al massimo i propri soldi. 📈 Leggi la nostra guida al deposito a risparmio per scoprire qualche consiglio pratico.

Il 2022 è stato un anno turbolento, dominato dalle tensioni geopolitiche e da una crisi economica mondiale.
Per non parlare dell’inflazione, del calo del potere d’acquisto e del rialzo dei costi dell’energia.

Ma cosa possiamo fare per proteggere i nostri risparmi in tempi di incertezza? Possiamo fidarci delle banche? Quali sono le alternative ai conti deposito tradizionali? Andiamo alla scoperta delle soluzioni di risparmio più accessibili e affidabili. 💰

Che cos’è e come funziona un conto deposito?

Un uomo che usa una calcolatrice per contare i suoi risparmi su un conto deposito.

A differenza del conto corrente, dove si tengono i soldi per la gestione delle spese quotidiane, il conto deposito, conosciuto anche come libretto di risparmio, è un prodotto a lungo termine che genera interessi. Può essere aperto presso una banca o un altro istituto finanziario.

Uno dei vantaggi principali di un conto deposito è che il denaro versato produce interessi. A seconda del tipo di conto che possiedi, potrai accedere ai tuoi soldi in modo relativamente semplice. Ma non dimenticare che il tasso degli interessi di un libretto di risparmio raramente supera il 5%, anche se in alcuni casi è possibile che venga rivisto.

In alcuni paesi gli interessi non vanno mai al di là di un misero 1%, che non è molto se si considera il tasso d’inflazione...
Nel Regno Unito, puoi aprire un conto deposito ordinario con un tasso d’interesse del 7% ma per farlo dovrai prima aprire un conto corrente First Direct.

In Italia, il tasso d’interesse su un libretto di risparmio raramente supera il 3% lordo e di solito si aggira intorno all’1,5-2%. Senza dimenticare che bisogna pagare anche l’imposta di bollo, pari allo 0,2% delle giacenze, e la ritenuta fiscale del 26% sugli interessi maturati.

Conto deposito: boom tra i risparmiatori

Il conto deposito è una delle soluzioni di risparmio più gettonate in Europa.
In Francia, ad esempio, oltre il 65% delle famiglie tiene i propri soldi sul cosiddetto “Livret A”.

Qual è la chiave del suo successo? Innanzitutto, il libretto di risparmio è rassicurante: puoi vedere quanti soldi hai, è disponibile in modo quasi istantaneo ed è sicuro. Un altro aspetto positivo dei conti deposito è dato dalla loro accessibilità.

Nel Regno Unito molte banche richiedono un versamento minimo per l’apertura di un libretto, che va dalle 50 alle 1.000 sterline. Ma in alcuni casi basta una sola sterlina.

In Italia alcune banche richiedono un versamento minimo, che di solito è abbastanza contenuto. Molto spesso l’apertura di un libretto di risparmio è vincolata al possesso di un conto corrente. Inoltre, in alcuni casi, le somme depositate sul conto deposito possono essere vincolate per un certo periodo di tempo (dai 3 ai 60 mesi) in cambio di rendimenti più elevati.

💡Quali sono i prodotti di risparmio più gettonati in Italia?

I conti deposito rimangono tra i prodotti più gettonati dai risparmiatori italiani, sebbene negli anni il loro rendimento sia calato in modo costante.
Tra le altre soluzioni più ricercate figurano i prodotti postali, come il buono fruttifero postale (BFP) e il libretto di risparmio postale. I BFP godono di una tassazione agevolata e garantiscono tassi più alti su scadenze a medio e lungo termine.

Conto deposito e inflazione: ne vale la pena?

Un fumetto con un uomo che acchiappa un carrello della spesa pieno di prodotti con una freccia bianca e un palloncino verde che puntano verso l’alto.

Dubbi, preoccupazione, incertezza: sono queste le parole che meglio descrivono il nostro stato d’animo negli ultimi anni. Sicuramente il superamento della soglia psicologica del 10% d’inflazione in Europa nel 2022 ha contribuito ad agitare gli animi.
Ma quindi cosa fare quando i prezzi salgono? La risposta è semplice: mettere da parte un po’ di soldi, per sicurezza.

Denaro e potere d’acquisto

Nel 2023 dieci euro hanno lo stesso valore che avevano nel 2003? Assolutamente no.
Il costo della vita è per lo più aumentato negli ultimi 20 anni, mentre l’indice delle retribuzioni non è cresciuto allo stesso ritmo: per questo motivo, oggi non puoi comprare le stesse cose con dieci euro.

💡Beni essenziali: 2002 vs. 2022

In Italia, un litro di benzina costava in media 0,992 € a gennaio del 2002 contro 1,797 € a gennaio 2022, mentre 1 kg di pane si aggirava intorno a 1,85 € contro i 3 € del 2022. Un caffè espresso, invece, costava in media 0,46 € contro 1,04 € vent’anni dopo.

(Fonte: Consumerismo No Profit e Alma Laboris Business School / Altroconsumo)

In pratica, cosa significa?

Se nel 2002 versavi 1.500 € su un conto e decidevi di lasciarli intatti per 20 anni, nel 2022 avresti dovuto ritrovare la stessa somma sul conto. Ma questi 1.500 € nel 2022 non hanno lo stesso valore: i prezzi al consumo, infatti, sono in rialzo, quindi oggi puoi comprare meno cose rispetto al 2002.

La matematica non è un’opinione! 🧮

Tasso d’inflazione vs. tasso d’interesse

Seguendo questa logica, per non perdere soldi, i tassi d’interesse dei conti deposito dovrebbero essere in linea con il tasso d’inflazione. Ma è davvero così?

In alcuni paesi, i tassi d’interesse dei libretti di risparmio crescono in considerazione della realtà economica: è il caso della Francia, ad esempio, dove il “Livret A” passerà al 3% dal 1° febbraio 2023, ovvero il tasso più alto degli ultimi 10 anni! Rialzo più contenuto in Svizzera, dove il rendimento dei conti deposito sarà rivisto dello 0,5%. In Italia, invece, per avere rendimenti più alti, bisogna orientarsi verso conti vincolati e scadenze più lunghe…

In ogni caso, una cosa è chiara: questi rialzi sporadici non bastano a compensare l’aumento dei prezzi al consumo, che come ricorderai ha registrato il 10% nella zona euro nel 2022.

Come mettere in sicurezza i propri risparmi?

Una vignetta con un uomo con una valigia in mano che guarda alcuni grafici.

Conservare i propri risparmi e sperare di ricavarne un guadagno a termine: missione impossibile? Non è detto: è tutta una questione di calcoli e di equilibrio!

L’arte della diversificazione

Nell’investimento e nel risparmio vige la stessa regola: mai mettere tutte le uova nello stesso paniere! L’obiettivo è limitare i rischi. In altre parole, evitare di perdere tutti o parte dei tuoi risparmi a causa di un cattivo investimento.

💡Leggi il nostro SPOTLIGHT per scoprire la differenza tra risparmio e investimento.

I conti deposito e i libretti di risparmio sono sicuramente alcune delle soluzioni più note, ma non sono le uniche. Ci sono altri investimenti altrettanto interessanti, come le polizze vita, i metalli preziosi e, in alcuni casi, l’immobiliare.

Risparmiare con l’oro

Sapevi che, nei periodi ad elevata inflazione, le banche centrali acquistano oro per proteggersi? Nel 2022 la domanda di oro da parte delle banche centrali è esplosa, e ha raggiunto il livello più alto in 55 anni!

L’oro ha un valore intrinseco per via della sua rarità. La sua facilità di conservazione e la sua storia d’eccezione ne fanno un bene riconosciuto e utilizzato in tutto il mondo.

Quando l’economia va in crisi e la moneta perde valore, l’oro continua a conservare il suo valore, e in alcuni casi tende addirittura ad aumentare: in parole povere, è un bene rifugio.

La redditività dell’oro

Nei periodi di crisi l’oro tende ad apprezzarsi

La quotazione dell’oro, di per sé stabile, tende ad aumentare nel tempo. Anzi, di più. Come abbiamo detto in precedenza, le banche centrali e gli Stati tendono ad incrementare le proprie riserve di oro nei periodi di crisi, facendolo crescere di valore.

Si tratta di un funzionamento controciclico.

Quando, a inizio 2022, è scoppiata la guerra in Ucraina, l’oro ha raggiunto un picco storico, arrivando a quota 2.070 $ l’oncia.

💡Leggi il nostro SPOTLIGHT per saperne di più sui fattori che determinano la quotazione oro.

E a lungo termine?

Come già detto, i conti deposito raramente garantiscono un rendimento di più del 5%. I tassi d’interesse più comuni oscillano tra lo 0,5% e il 3% su base annua, mentre la quotazione oro non smette di crescere da 20 anni, raggiungendo picchi impressionanti nei periodi di crisi.

Un esempi pratico: se nel 2002 avessi investito 500 € in un libretto di risparmio, quest’anno avresti guadagnato circa 158 €, tenuto conto delle variazioni dei tassi d’interesse.

Se, invece, avessi investito quei 500 € nell’oro nello stesso periodo, il tuo investimento ti avrebbe fruttato più di 1.700 € se avessi deciso di venderlo a dicembre 2022!

Conclusioni

Il 2022 è stato senza ombra di dubbio una buona annata per i detentori di oro fisico da investimento, che hanno beneficiato di un importante aumento di prezzo nel mese di marzo. 

Ma ovviamente bisogna sapere quando è il momento giusto per vendere! Per ottimizzare i tuoi investimenti in oro, non dimenticarti di iscriverti alla nostra newsletter qui sotto. ⬇️

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